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L’assurda adunata dei puffi alla fine del mondo e noi

Maurizio Crippa

Mentre il resto dell’Europa distribuisce indicazioni per evitare gli assembramenti, in un paesino bretone si cerca di entrare nel Guinness dei Primati per il più grande raduno mai fatto dei mitici gnomi blu

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Il nome di Finistère, dal latino Finis Terrae, la fine del mondo, è forse l’unica cosa evocativamente appropriata. Per quanto il paesuzzo di Landerneau, che ha lo stesso numero di abitanti di Codogno, non sia appeso sull’Atlantico come quello di Finisterre, molto più a sue e a ovest in Galizia, ma disperso in qualche punto della Bretagna. Perché forse ci stiamo avviando davvero alla fine del mondo, o forse no, ma ci si può avviare con un certo à plomb, oppure come a una sciamannata carnevalata. Come hanno fatto 3.500 persone del comune di Landernau, che appunto guidati dall’associazione del Carnevale domenica scorsa si sono ritrovati stretti stretti per le strade del paese per battere un record: entrare nel Guinness dei Primati per il più grande raduno mai fatto di puffi. Sì, i mitici gnomi blu. Con tutte le facce dipinte di blu. Uomini, donne, bambini. Col cappelluccio a punta bianco, oppure rosso. Così, mentre il resto dell’Europa distribuisce indicazioni per evitare gli assembramenti, e prima o poi toccherà ahinoi anche alla Francia, 3.500 puffi erano lì, nel Finistère, a trasmettersi l’allegro contagio dei puffi. Ma poi, invece, pensando a noi italiani, a quelli che fuggono al Sud o fuggono da casa per farsi uno spritz con gli amici, che nemmeno il ministro Lamorgese sa più come fare, forse è proprio questa la cosa più evocativa di tutte: se moriremo tutti, lo faremo dementi e ilari come tanti puffi. Guinness.

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