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Prescrizione? E il Ciao rubato nell’86 la faceva franca

Maurizio Crippa

La polizia ha ritrovato un motorino rubato 36 anni fa in Liguria e ha accertato “nelle banche dati in uso alle forze di polizia” che era stato scavallato in un tempo in cui il verbo “scavallare” non esisteva neanche

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Sembra di tornare a un film di Verdone, o a I ragazzi della terza C, o a Quel ragazzo della Curva B, o a quando Mara Venier faceva l’attrice. No, non stiamo parlando dell’educazione sentimentale di Matteo Salvini, e di quella di Zingaretti (non il commissario). Ma di una notizia surreale, che però non viene da Codogno e che porta in sé, come tutte le storie di vita, una morale superiore. La storia, di genere poliziottesco-giudiziario viene da Avetrana (già città martire del circo mediatico-giudiziario). Succede che la polizia ha ritrovato un motorino Ciao (avete presente? “Senza targa senza patente”) rubato 36 anni fa in Liguria. Nel novembre del 1986. E lo hanno sequestrato. Lo guidava un 28enne, fermato mentre andava come un matto “senza casco né patente” (appunto: il casco, nel 1986, non esisteva). I poliziotti, insospettiti da tutti questi indizi (mai visto un film con Jerry Calà?) hanno posto sotto sequestro il velocipede, e hanno accertato “nelle banche dati in uso alle forze di polizia” che era stato scavallato in un tempo in cui il verbo “scavallare” non esisteva manco lui. Se vi chiedete perché nelle banche dati della polizia debba ancora stazionare un Ciao del 1986, boh. Ma siccome amiamo la giustizia, la morale è che ha ragione Giancarlo Caselli: col blocco della prescrizione, il motorino scavallato la faceva franca.

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