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I vescovi polacchi e Greta. Con l’antisemitismo tutto bene?

Maurizio Crippa

Monsignor Marek Jedraszewski scaglia anatemi di fuoco contro l'attivista green

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Ora, tenuto conto che l’Inquisizione non c’è più, e dopo il cuius regio eius religio non è che un prete polacco possa pretendere di bruciare una ragazza svedese presumibilmente di fede luterana, per quanto di famiglia atea, per quel che dice dell’ambiente. Invece questo arcivescovo di Cracovia, monsignor Marek Jedraszewski, che non avendo di meglio per scaldarsi nel freddo inverno ha pensato bene di scagliare anatemi di fuoco contro Greta Thunberg, come fossero botti di Capodanno. Ha detto che “l’ecologia è un fenomeno molto pericoloso” e “questa attivista non è solo una adolescente ma diventa un oracolo per tutte le forze politiche e sociali”. Siccome, persino in Polonia, in molti gli hanno dato del pirla, sono accorsi tutti i confratelli vescovi a dar man forte al “protettore del vangelo”. Così: “E’ sempre glorioso stare dalla parte dell’antropologia cristiana che vede l’immagine di Dio nell’uomo”. Invece Greta sarebbe “contraria a tutto quello che è riportato nella Bibbia”. Dove forse, ma non lo sapevamo, c’è scritto pure andate e inquinate.

 

Dopodiché, tenendo anche conto che l’ambientalismo non è una questione dogmatica (tranquilli, non lo pensa manco Bergoglio) ci sarebbe da domandarsi per quale motivo i vescovi polacchi se la caccino così tanto contro l’ambiente, in una delle nazioni d’Europa più inquinate, poi. Ma soprattutto, considerando che la Polonia è un paese dove i cattolici organizzano cortei di rosari umani contro gli immigrati e in cui va di moda una legge per dimenticare la Shoah, verrebbe da chiedere, ai cari vescovi: con l’antisemitismo tutto bene?

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