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Enna la belva delle SS

Maurizio Crippa

E' probabile che i diciannove militanti di estrema destra arrestati dalla Digos fossero ispirati più da un film di un culto oscuro piuttosto che dal Mein Kampf

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Ilsa la belva delle SS, 1975, è (è stato?) un film di un culto oscuro, anche nella più ipocrita versione da cinefili aggiornati, quella che lo considera come il caposcuola della nazispoitation o dello splatter-sexy concentrazionario. E la colpa è ovviamente di Pasolini e di Liliana Cavani. Ma è probabile che gli arrestati dalla Digos nell’operazione “Ombre nere”, epicentro a Enna – location che fa tanto nazisti dell’Illinois –, diciannove “militanti di estrema destra locali” che volevano costituire un eversivo “Partito nazionalsocialista italiano dei lavoratori”, fossero più ispirati dalla “belva delle SS” che non alla lettura del Mein Kampf o dalle teorie politiche di qualche squinternato contemporaneo della sostituzione etnica. E’ facile che questi “filonazisti, xenofobi e antisemiti” siano gente che ha più voglia di menare le mani e si ecciti col sesso da macelleria. Certo i tempi sono bui, l’antisemitismo dilaga da Torino a Schio, ma la grancassa dell’allarme mediatico attorno a questo ricostituendo Terzo Reich nel cuore della Sicilia ha qualcosa di grottesco. L’inchiesta è durata due anni e si è diramata da Siracusa a Milano, da Monza a Bergamo, da Genova a Cuneo a Nuoro. Con tutto quel tempo e quello spazio vitale, Hitler avrebbe già riconquistato Danzica. Invece ne è sortita, pare, una elezione di “Miss Hitler” e cose così. Più dalle parti di Ilsa e del porno nazi, insomma. L’allarme non va sottovalutato, ma c’è da notare che il nome dell’inchiestona, “Ombre Nere”, è lo stesso che Rep. fece, a titoli di scatola, dopo le elezioni europee vinte da Salvini. La prossima inchiesta la chiameranno “Heil mojito”.

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