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Il Braghettone all’Unesco e il ridicolo della cultura

Maurizio Crippa

Le pudenda coperte da Daniele da Volterra nel Rinascimento e l'Unesco ha ordinato a un artista di oggi, Stéphane Simon, di coprire con mutandoni e perizomi i suoi nudi in statua

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Passato alla storia con il nomignolo insultante di Braghettone, per aver coperto con foglie e veli le pudenda nei nudi di Michelangelo alla Sistina su ordine di Pio IV, un anno dopo la fine del Concilio di Trento, Daniele da Volterra fu in realtà un buon pittore, non tra gli ultimi del suo tempo. Ed era a suo modo uno spirito libero, tempi permettendo. Perché di Michelangelo era discepolo ammirato e col suo infamante sacrificio d’artista evitò che il Papa andasse per le spicce e facesse cancellare tutti quanti gli affreschi. Ma quello era il Rinascimento peccatore e romano, si poteva ancora ragionare. Cosa che non riescono più a fare all’Unesco dove, inchinandosi senza nemmeno che fosse loro richiesto alle ridicolaggini del politicamente corretto internazionale, hanno ordinato a un artista di oggi, Stéphane Simon, di coprire con mutandoni e perizomi i suoi nudi in statua (omaggio alla civiltà classica) che la stessa perniciosa organizzazione mondiale per la distruzione della cultura gli aveva chiesto di esporre, perché qualcuno avrebbe potuto restarne turbato. E’ successo un mese fa, in occasione delle esposizione organizzate nella sede di Parigi per le Giornate del Patrimonio. Ma si è saputo solo ora, forse perché, grazie al Cielo, all’Unesco nessuno ci va. E non si sa se Simon abbia accettato di farlo in burla, o covando la rabbia repressa di Daniele da Volterra. Però ci sono le foto, strabilianti. E quelle bastano.

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