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Peggio della Terza Camera c’è solo la terza maglia

Maurizio Crippa

Cosa c'è dietro la divisa diversamente diversa che la Nazionale del Mancio indosserà sabato contro la Grecia

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Abbiamo attraversato a ciglio asciutto un ventennio di decadenza della Seconda Repubblica, di crollo delle sue istituzioni e ludibrio dei suoi uomini migliori, specchiandoci tutte le sante sere nella caricatura del Parlamento e al tempo stesso nella sua nemesi: la Terza Camera di Bruno Vespa, sì insomma Porta a Porta, titolo in apparenza di vicinanza, ma di subliminale occhieggio calcistico. Chi a incensarla, chi a maledirla, ma era la Terza Camera che tutto decideva. Ma ora, se Giggetto & Zingaretto fanno davvero la porcata e affettano i parlamentari col machete, chissà che non sia ora di smagrire anche l’Aula di Vespa. Così, per amore dell’Italia.

 

Eppure c’è qualcosa che lascia ancora più sconsolati di tutto questo decadere. Ieri la Figc ha presentato al colto e all’inclita la Terza Maglia. Insomma la divisa diversamente diversa che la Nazionale del Mancio indosserà sabato contro la Grecia. L’utilità di una terza maglia è ovviamente soltanto venale. E applicata alla squadra che tutti ci rappresenta, fa pateticamente ministero delle Entrate. Ma l’utilità che il colore degli Azzurri si trasformi in verde, con impunture arabescate perché “la grafica è ispirata al Rinascimento, una celebrazione del passato, del presente e del futuro della cultura italiana” sfuggirebbe anche a Bruno Vespa. A meno che la sottile allusione, ora che arriva la Terza Repubblica, sia al Calcio fiorentino. Un salamelecco renziano, suvvia. E allora, tanto valeva scriverci sopra “Italia V***” e spararla in tribuna.

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