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Ciao, sono il ghiacciaio

Maurizio Crippa

Lo scioglimento del ghiacciaio Planpincieux sul Monte Bianco e una vecchia freddura inglese

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C’è questa vecchia freddura inglese, glaciale come il loro humor. Il maggiordomo bussa allo studio del lord, in vestaglia da camera come Berlinguer nella celebre vignetta di Forattini: “Milord, il Tamigi è in piena”. “Sto leggendo, George…”. Dopo un’ora, “signore, il Tamigi straripa”. “E’ normale, George. Non seccarmi con sciocchezze da popolino”. Alla fine: “Che c’è ancora, George?”. E il maggiordomo, spalancando la porta: “Milord, il Tamigi”. Nel Montana, un’ondata di freddo tremendo ha causato nevicate intense e fuori stagione, persino lassù. Titoli allarmati, ma con la specifica: “Era dal 1892 che in Montana non si registrava un evento climatico così estremo”. Il che vuol dire che era già accaduto, più di cento anni fa. E tanto basta a rassicurare i nostri clima-scettici, inamovibili come lord inglesi in poltrona. Poi c’è il ghiacciaio Planpincieux sul Monte Bianco che, forse per la malinconia di essere rimasto quasi da solo, tra i suoi simili, sulle Alpi, ha deciso di suicidasi scivolando a valle. Ha iniziato senza farsi vedere, 15 o 30 centimetri al giorno. Ora sono 60, anzi 90 per la sua parte frontale, che è “solo” di 27 mila metri cubi, il 10 per cento della massa totale di ghiaccio: come se uno di noi perdesse “solo” una gamba. Però pian piano arriva, e per quanto non sarà come quando in tanti guardavano la frana che correva nel Vajont, ma chi di dovere si girava dall’altra parte, vedere tutti questi che dicono che è colpa di Greta, e che persino il Papa esagera, fa quasi venir voglia di poter dire, anche presto: “Signori, il ghiacciaio”.

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