Ideona discontinua. Mettiamo i poveri nelle scatole di tonno

Maurizio Crippa

A pochi passi dalle Ramblas hanno iniziato ad allestire, come fossero casette monofamiliari, dei container uso abitazione

È il primo weekend della discontinuità, va tutto bene, il conte vero, Gentiloni, chiacchiera per ore “in grande amicizia” con Ursula e possiamo rilassarci. Così cercavo una storia bella, per contribuire a un sabato di serenità. Ma sono incappato in questa, che non saprei dire, ma forse sarà una buona idea anche questa per la discontinuità: invece di raccattare i disperati di barconi, importiamoli direttamente dentro alle scatole di tonno (tanto l’apriscatole è tornato al suo legittimo utilizzo, no?). Sì insomma dentro ai container, o le “sardine tins” come dicono gli inglesi che sono sempre caustici. A Barcellona, libera città ricca e dagli splendidi palazzi, e già antesignana dell’housing sociale, a pochi passi dalle Ramblas hanno iniziato ad allestire, come fossero casette monofamiliari, dei container uso abitazione. Per metterci i poveri, i perdenti alloggio e quelli che la gentrification sta cacciando ormai pure dalle periferie. Si aprono porte e finestre (con l’apriscatole), si mette un bell’arredo come Ikea comanda, ed è fatta. Del resto non è un’idea venuta ai catalani, anzi i nipotini di ‎Antoni Gaudí erano sulle prime un po’ perplessi: stanno già sperimentando il modulo abitativo a Londra, ad Amsterdam e a Mumbai. Pare che funzioni anche meglio delle casette per terremotati di quando il Cav. era il Presidente Ricostruttore. E chissà, forse sono anche una soluzione green. Potrebbero inserirla nel Programma. Al punto 27. Chissà se sono più sereno, adesso.

Di più su questi argomenti:
  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"