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Il law and order a New York fa acqua. Prendessero Salvini

Maurizio Crippa

L'assassina di Andrea Zamperoni aveva già ucciso altre tre persone nello stesso modo ed era stata fermata altre 24 volte, ma sempre rilasciata. Roba che in Italia avrebbero invocato la legge marziale

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Nella triste storia di Andrea Zamperoni, lo chef italiano ucciso a New York con una dose di droga da una prostituta che voleva stordirlo per derubarlo, emergono dettagli che lasciano perplessi. Non sulla vicenda, e chi siamo noi per giudicare, ma sul funzionamento reale del mitologico sistema di polizia e giustizia di New York. Mitologico, inteso, per i cultori senza se e senza boh del law and order e del picchiare duro. La donna sospettata avrebbe già ucciso nello stesso modo altri due clienti, ma nessuno se n’era accorto. Si scopre che era pure stata fermata altre 24 volte, ma sempre rilasciata: indice di un lassismo, perbacco!, se accadesse a Tor Pignattara Giorgia Meloni chiederebbe pieni poteri e la legge marziale.

 

Più banalmente a noi, che pure non rinunciamo a un grammo di garantismo, viene da fare un’osservazione. Nel paese con la più alta percentuale di detenuti della storia occidentale; nel paese in cui in molti stati vige la regola del “three strikes and you’re out” (che piace tanto a Joe Biden ma che Bernie Sanders vorrebbe abolire). Nello stato di Andrew Cuomo, che fu Attorney general di polso e non mollò mai la presa sulla città in cui Rudy Giuliani mise a punto la sua “tolleranza zero”, come può accadere? Forse Bill de Blasio si è addormentato fumandosi un cannone, o si è perso sul molo di Ellis Island aspettando lo sbarco di Greta, e intanto i delinquenti vanno e vengano come dalle porte girevoli. Però, con tutto il garantismo, se hanno bisogno gli mandiamo volentieri Salvini, che in Italia non ha più un cazzo da fare. In un amen sbatte dentro tutti e butta le chiavi.

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