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Non credere all'ostia e credere a Salvini: differenze tra blasfemia e scemenza

Maurizio Crippa

Il 69 per cento dei cristiani statunitensi non crede più nell’Eucaristia. In Italia l’80 per cento delle persone non sa chi siano gli evangelisti. Forse gli stessi che credono che Maria Immacolata protegga davvero il leader leghista

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Blasfemia, incredulità, follia e pura scemenza sono quattro novissimi apocrifi della nostra civiltà su cui ci piacerebbe sentir discettare Michel Foucault. Ma nell’impossibilità, ci arrangiamo. Ad Arezzo c’è un tale che a messa prende la comunione e poi getta l’Ostia nella cassetta delle offerte. Il prete non ne può più, e dal pulpito ha ammonito: “Sappiamo chi è: le telecamere l’hanno inquadrato. Ma se lo vedete, ditegli che non si fa: ditegli che è peccato mortale”. Forse è blasfemia, magari è solo una forma di follia. L’incredulità è un’altra cosa, e qualcosa ha pure a che fare con la blasfemia, che la precede. Ad esempio da Libero apprendiamo (ogni tanto c’è da ringraziare Vittorione) che secondo una ricerca americana (Pew Research Center) ormai il 69 per cento dei cristiani statunitensi non crede più nell’Eucaristia. Sì insomma, non crede che sia davvero il corpo e il sangue di Cristo: al massimo è una metafora, un simbolo zen come un altro. Ma che volete, c’era anche uno stimato cardinale, non lo citiamo perché è ancora in voga, che riteneva la Resurrezione una specie di allegoria. E in Italia l’80 per cento delle persone (Censis) non sa chi siano gli evangelisti. Grande scandalo, a queste notizie, soprattutto dai siti cosiddetti tradizionalisti. Però sarebbe bello incrociare i dati, americani e pure italiani. Scommetterei che gli scandalizzati per la mancanza di fede, in percentuale sono gli stessi che poi credono, fortissimamente credono che Maria Immacolata protegga davvero Salvini. Ma questa non è blasfemia, non è follia, è pura scemenza.

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