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Sfighe da Campidoglio

Maurizio Crippa

Non sarà così sberluccicante, ma è altamente simbolico che ai piedi del Campidoglio, insomma a Casa Virginia, abbiano trovato la testa di una divinità

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Certo non sarà altamente simbolico come il sorridente Giggino, che chiude la campagna elettorale “tutti insieme con un grande evento” alla Bocca della Verità (tà-tà), dove ovviamente il grande evento simbolico sarebbe che dicessero la verità (ah-ah). Certo non sarà dirompente come una grande festa (“unitevi a noi, portate le vostre famiglie”, manca solo la carezza ai vostri bambini) intitolata “ContinuareXCambiare, a Roma la tappa finale”. Festa con tanto di spazio per le “Agorà” con deputati e senatori (ma non si chiamavano cittadini e portavoce? Mah), perché la kultura classica Giggino ce l’ha nel Dna (nà-nà). Insomma non sarà così sberluccicante, ma è altamente simbolico che lì a due passi, ai piedi del Campidoglio, insomma a Casa Virginia, abbiano trovato la testa di una divinità. “In marmo bianco, dai capelli ondulati e raccolti”, insomma un figaccione che potrebbe essere Dioniso: uno che se la spassava, non un tristanzuolo da decrescita. Ed è subito festa grande per la Capitale più disastrata di tutte le elezioni europee, per il Comune più scalcagnato tra quelli in mano grillina. Così su Facebook si è subito felicitata la sindaca Raggi, con tanto di vicesindaco Luca Bergamo: “Roma sorprende e ci regala emozioni ogni giorno”. Hanno dato “un caldo benvenuto nel patrimonio di Roma” alla bella statua del dio. Già che c’erano, il reddito di cittadinanza no? Ma visto che è pur sempre la capitale, e che stiamo pur sempre votando per non farci cacciare a calci in culo dall’Europa, speriamo che il ricciolone sia Dioniso davvero e non un busto di Beppe Grillo. Che quello porta sfiga.

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