Cattedrale: “Il luogo del mondo dove tutto diviene facile”

Maurizio Crippa

I versi, a metà tra la poesia e la preghiera, di Charles Péguy per piangere Notre Dame che brucia

Ecco il luogo del mondo dove tutto diviene facile / Il rimpianto, la partenza e anche l’avvenimento. / E l’addio temporaneo e anche la separazione / Il solo angolo della terra dove tutto si fa docile. […] / Ciò che dappertutto altrove è un’aspra lotta / E una lama da macello tesa alla gola, / Ciò che dappertutto altrove è la potatura e l’innesto / Qui non è che il fiore e il frutto del pesco. / Ciò che dappertutto altrove è la noiosa abitudine / Seduta accanto al fuoco, le mani sotto il mento, / Ciò che dappertutto altrove è solitudine / Qui non è che un vivace e forte germoglio […]. / Ce ne han dette tante, regina degli apostoli, / Abbiamo perso il gusto per i discorsi / Non abbiamo più altari se non i vostri / Non sappiamo nient’altro che una preghiera semplice”. Questi versi, a metà tra la poesia e la preghiera, scrisse Charles Péguy un anno dopo i giorni di giugno del 1912, quando aveva fatto a piedi centotrenta chilometri da Parigi per raggiungere, in pellegrinaggio, la cattedrale di Chartres, anche questa dedicata alla Nostra Signora. La sua casa, cioè “il luogo del mondo dove tutto diviene facile”, il cuore stesso, per il poeta, della Francia cristiana. Non è la stessa Notre Dame che sta bruciando in queste ore, ma in una sera come questa, sono lo stesso, identico, luogo. Il luogo che per Péguy era anche il più adatto “per piangere a lungo sulla nostra povera storia, / e contemplare da lontano il vostro giovane splendore”.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"