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Abolire il televoto

Maurizio Crippa

Decenni di spappolamento del cervello popolare con la truffa del “decidete voi”. Un male che viene da lontano

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“E’ un periodo nel quale qualunque parere che non sia il parere popolare tout court è visto con sospetto. E c’è la tendenza, secondo me non bellissima, secondo cui proprio il parere popolare deve vincere su tutto”. Così parlò Mauro Pagani, capo della giuria. E sentenziò: “Sembra che in qualche modo il nemico sia diventato la conoscenza”, e invece “il parere degli esperti è fondamentale”. E poiché Mauro Pagani è uno dei migliori musicisti italiani, la sua difesa dell’expertise contro i gilet gialli del televoto ad cazzum fa Cassazione, Corte suprema, Tavole della legge. E per la musica è tutto. Anzi no.

 

Domenica 10 febbraio, mentre qui starnazzavano i ministri con le orecchie foderate di Nutella e i casaleggisti secondo cui ogni raglio di asino è melodia (“l’anno prossimo solo televoto”: indovinate chi l’ha detto?) negli States assegnavano i Grammy, che sono gli Oscar della musica e valgono in un solo anno più dell’intera storia di Sanremo (parlandone come pil, e come influenza sui nostri gusti). Chi credete li assegni? Una apposita Academy di sapientoni, che spiega agli americani cosa è bello e cosa val la pena ascoltare. Sarà per questo che, nonostante quello là, non sono un paese populista e al talento credono ancora? Il punto non è la musica, e nemmeno la scemenza del razzismo, nemmeno le idiozie sulla giuria radical chic. Il punto è che le forze oscure della recessione cavalcano il televoto perché è con quello che sono andate al governo. Avendo raccolto dal secchio del letame la pappa in cui si è ridotto il cervello degli italiani dopo che per decenni (tre-quattro decenni) una congrega di furboni, televisivi e no, l’ha shakerato ben bene. I Celentani e i Pippi Baudi – vi ricordate quando misuravano i sì e i no, facendo accendere o spegnere la luce? – e tutti gli altri. Poi hanno iniziato a dire: beh, se si può fare con Miss Italia, perché non con il Parlamento? Così è successo quel che è successo. Se c’è una cosa da chiudere non è la giuria di Sanremo, ma il televoto. Prima che quelli aboliscano il voto.

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