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La legge di sbilancio e le confusioni di genere del governo

Maurizio Crippa

Ci siamo persi il ministro della Famiglia Fontana

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Nel giro di poche ore, e senza che ancora nessuno abbia denunciato la proditoria comparsa di manine o manone, la legge helzapoppin’ di sbilancio ha destabilizzato ulteriormente la nostra capacità di definire l’indole profonda di questo governo: sarà pro Family day, o contro la famiglia? Per le donne, o più per gli uccisori di donne? Per la parità di genere, o per la conservazione di atavici pregiudizi sessisti? Ah, saperlo.

 

Un emendamento in commissione Bilancio alla Camera ha stabilito che gli aiuti della Carta delle famiglie saranno riservati solo a quelle italiane o di cittadini Ue. Quelle di extracomunitari, ma regolari, nisba. Viva la famiglia.

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Un emendamento della Lega modifica la norma sul congedo di maternità che vietava alle future madri di lavorare fino al nono mese. Forse è un successo per le donne, ma qualcuno ha notato che la norma serviva (anche) a impedire ai datori di lavoro di “pretendere” la disponibilità al lavoro fino a ridosso del parto. Chissà, ma viva le donne.

 

Intanto hanno bocciato l’emendamento che stanziava 10 milioni per gli “orfani di femminicidio”. Mara Carfagna, sempre più leader naturale, ha sintetizzato: “Una bastardata”.

 

Infine, è svaporata pure una delle bandiere dei Cinque stelle, l’abolizione dell’odiosa “tampon tax”, l’Iva al 22 per cento per i presidi igienici che noi maschietti non usiamo. Però l’Iva sui rasoi, di cui facciamo più spesso uso noi, rimane al 4 per cento. E viva anche la parità di genere.

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In tutto questo, ci siamo persi il ministro della Famiglia Fontana. Forse comparirà tra gli #iocisaro di Salvini. Però, se c’era, dormiva.

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