(Foto Imagoeconomica)

Cattivissimo Compact. Come spararli meglio a casa loro

Maurizio Crippa

“Aiutiamoli a casa loro” è sempre stato lo slogan preferito di Salvini. Ora non va più bene e così il governo si sfila dall'accordo Onu sui migranti 

Tecniche di retromarcia. Si potrebbe chiamare così, parafrasando la Tecnica del colpo di Stato cara al buon Malaparte, lo stile preferito del governo. “Aiutiamoli a casa loro” è sempre stato uno dei pochi punti chiari e fissi come un chiodo fisso del Salvini pensiero. Poi è arrivata la simpatica Silvia del Kenya, e il berciare popolare deve aver suggerito a Salvini che neanche quello va più bene. Così ieri, out of the blue come gli piace fare, il ministro dell’Insicurezza ha detto che niente, l’Italia non sottoscriverà il Global Compact for Migration: un papiro dell’Onu più innocuo di quelli sul climate change, non certo la firma in bianco di un armistizio di fronte ai negher, che del resto i giallo-verdi avevano detto che avrebbero firmato (forse era nel contratto, o forse no).

Il Cattivissimo Compact è niente di che: traccia alcune linee guida per la gestione dell’immigrazione e dell’accoglienza dei richiedenti asilo, fissa 23 obiettivi non proprio inediti, come “affrontare e ridurre le vulnerabilità dei migranti”. Ma per il momento, retromarcia. Tanto, basterà il decreto sicurezza ad allagare di irregolari le strade. L’importante è poter sparare a vista, perché come dice Giulia “Lara Croft” Bongiorno, “se sento passi in casa sparo a vista. Così a firmare il Global Compact for Migration a Marrakech non andrà nessuno. Ma se proprio ha bisogno una controfigura, Salvini potrebbe mandare quel bel tomo arreastato a Macomer, quello che voleva divertirsi con l’antrace. Spariamoli a casa loro.

  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"