Un tifoso del River Plate davanti alla polizia in tenuta antisommossa (foto LaPresse)

Cosa vuol dire situazione sudamericana. Un esempio

Maurizio Crippa

Dalla sfida Boca Juniors-River Plate alla battaglia tra la commissione Ue e il governo gialloverde il passo è breve

Tanto per chiarirsi ulteriormente le idee su cosa significhi l’espressione “corriamo il rischio di finire in una situazione sudamericana”, nel giorno in cui Mr. Ping ribadisce che “quota 100 e reddito di cittadinanza non slittano”, si può ricorrere a questo esempio. Ci sono due squadre rivali, sostenute da due tifoserie scalmanate, con colori diversi che fanno a pugni anche cromaticamente, che giocano allo stesso gioco (cioè a perdere) ma con schemi opposti. Sono arrivate inopinatamente a giocarsi una competizione internazionale, ma invece di rispettare le regole si mettono a darsele di santa ragione, sperando che non ci sia nessun arbitro internazionale in circolazione. Invece gli arbitri ci sono. No, non parliamo di Salvini e Di Maio, ma della strabiliante battaglia di domenica scorsa a Buenos Aires, quando il Boca Juniors e il River Plate dovevano giocarsi la Coppa Libertadores. Sotto gli occhi di un intero continente continente. Invece le tifoserie hanno fatto un casino che manco i gilet gialli sugli Champs-Élysées. Bene, alla fine sono intervenuti gli arbitri internazionali, insomma i Moscovici del fútbol, e hanno detto: la finale andate a giocarla a Miami o a Doha, perché nel vostro paese non siete manco capaci di organizzarla. Una figuraccia. Ora, le nostre due squadre dai colori inguardabili fanno la stessa cosa – tipo io non mollo la quota 100, e io non mollo il reddito di cittadinanza. Sperando che dal continente non si accorga nessuno. Invece se n’è già accorto persino Tsipras: ragazzi, fate i bravi, che vi cacciano dalla zona Uefa e la finale poi la fanno a Bruxelles.

  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"