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Lo strano Genova hum che mi ha rovinato il Ferragosto

Maurizio Crippa

Siamo in un mondo in cui le notizie più strane girano come un ronzio di sottofondo, tipo quello nel New Mexico, a Taos, dove si sente da oltre quarant’anni. Ma non ditelo a Casalino

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Bisognerebbe essere più grati a Melania Rizzoli, che a giorni alterni impartisce ai lettori di Libero – tra un “Romeno recidivo stupra 70enne - Un altro bel regalo dall’Europa” e un “Vittorio Sgarbi compra il Cervia” – perle di scienza e saggezza più pertinenti alla realtà. Tipo ieri: state attenti a non confondere la Tachipirina col Moment, ha scritto. Che sembra un consiglio banale, persino per il pubblico italiano, ma in questi tempi di balle spaziali ingoiate come pillole, basta un poco di zucchero, non fa certo male. Siamo in un mondo in cui le notizie più strane girano come un ronzio di sottofondo, non sai manco da dove viene, uno lo sente e l’altro prontamente smentisce, tipo Boccia e Calenda, però alla fine stressa, ti esaspera, ti fa saltare Santo Stefano, San Rocco e pure Santo Cristo. Così ringraziamo anche la Stampa, che ieri ci ha resi edotti che nel New Mexico, città di Taos, da oltre quarant’anni si sente un ronzio costante: un rumore di fondo lontano, basso, come un diesel che gira piano. O hai visto mai che sia un audio Whatsapp registrato male? Sta di fatto che è una noia terribile, questo “Taos hum” che non si sa da dove venga e che messaggio porti, e del resto mica è l’unico posto al mondo dove si sentono questi strani ronzii. Ad esempio lo sentono anche a Windsor, Ontario, e pare il subwoofer a un concerto. Il “Windsor hum”. Secondo altri lo si sente da qualche parte anche in Italia, non si sa se l’hanno sentito anche sotto il ponte Morandi. Ma forse sono solo le balle della comunicazione. Comunque, come direbbe Casalino, a me sto ronzio mi ha rovinato il Ferragosto.

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