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Freedom and Love

Maurizio Crippa

Leo Gassman e Tommaso Paradiso ti illudono che c’è una nuova generazione musicale pronta a fare la rivoluzione. Ma l’Italia è sempre quella: o il talento è di famiglia, o se aspetti il cambiamento, ciaone 

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Seguo poco o punto “X-Factor” perché mi annoiano i concorsi, mi mette ansia pure quello dei cuochi, e in generale la serialità. Però, essendo nei trend topic del giorno, sono andato a vedermi il video di Leo Gassman, con una N sola ma figlio e nipote d’arte, che ha cantato con la chitarra elettrica l’inedito Freedom, un bel pezzetto dedicato a “tutte le persone che cercano la libertà e lottano per averla”. Beh, un figaccione (ci mancherebbe, viva la genetica) e gli hanno fatto tanti complimenti. Ieri poi (intervistona sulla Stampa) si annunciava il nuovo lavoro di Thegiornalisti, che vanno per la maggiore e il frontman Tommaso Paradiso è pure laureato in filosofia. Intervista con un titolo che manco alla Summer of love: “A questo mondo che sa solo odiare la risposta è Love”. Dicono cose così: i sentimenti “sono l’antidoto migliore nei confronti di qualsiasi problema diseguaglianza, cattiveria grettezza, cinismo”.

  

E niente, mi sono detto: vuoi vedere che altro che gioventù debosciata che studia meno di Gaetano Intrieri e aspetta solo il reddito di cittadinanza, qui finalmente c’è una nuova generazione musicale pronta a fare la rivoluzione, “peace and love live there still”, come cantava un mio amico. Poi però ho letto bene l’intervista, e mi fido anche molto di Manuel Agnelli, forse sono influenzato, che di Thegiornalisti ha detto: “Mi fa cagare, adesso è praticamente il peggior Venditti”. E non so più. Studiare filosofia va anche bene; essere peace and love come Dibba, anche quello. Poi pensi a Leo Gassman, e ti dici che l’Italia è sempre quella: o il talento è di famiglia, o se aspetti la rivoluzione del cambiamento, ciaone.

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