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Avercelo come Toad, o la politica ai tempi di Trump

Maurizio Crippa

La pornostar Stormy Daniels descrive la notte col presidente "come la meno eccitante della mia vita". Per una volta stiamo bene così, noi normodotati

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Avercelo come il funghetto Toad di Mario Kart, beh, detto da una bomba del sesso è un commento che non augureremmo al nostro peggior nemico. Ma se a dirlo è Stormy Daniels, e spiattella che “lui lo sa di avere un pisello strano”, e lui è The Donald, e lei racconta pure che “stavo lì sdraiata, infastidita di essere scopata da un uomo con un pube da Yeti e un pene come Toad”, allora per una volta ci sentiamo tutti come John Holmes, politicamente parlando. Al Guardian hanno avuto tra le mani “Full Disclosure”, il libro confessione della pornostar più influente della politica americana. Quella della notte di sesso con Trump nel 2006, poi da lui pagata per tener la bocca chiusa, evidentemente non la specialità della signora.

 

Dalla storia dell’assegno staccato dagli avvocati per farla tacere può dipendere un pezzo della presidenza. Al Guardian sono bravi, ma non è che se ti regalano una torta perdi tempo con l’etichetta della pasticceria, ti tuffi nella panna montata. Così ecco il “ritratto intimo di un clownesco e insicuro Trump”. Compreso “credo sia stato il sesso meno memorabile della mia vita”. Poi è anche vero – passando dalla morfologia alla scienza idraulica – che se pure stai a letto con la pornostar dei tuoi sogni, ma ti telefona Hillary Clinton, il contraccolpo sulla libido può rivelarsi tanto fatale da giustificare la mediocre performance. Ma questo lo concederemmo al nostro peggior nemico, non a Trump. E mentre sarebbe meglio chiederci cosa abbiamo fatto, per meritarci che il dibattito politico sia ridotto a sghignazzare su Toad, per una volta stiamo bene così, noi normodotati.

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