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Bongiorno, Donald

Maurizio Crippa

Consigli non richiesti sulle grane giudiziarie del presidente americano 

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Non è che qui dalle parti del Foglio, in tanti anni, si sia proprio spiccato per dare consigli vincenti ai nostri paladini su come affrontare le grane giudiziarie. E non staremo a fare nomi. E poi, questo dovrebbe essere ormai chiaro, non è che The Donald sia esattamente un nostro paladino. Però, un po’ perché ci piacciono i legal thriller e un po’ perché non siamo di quelli capaci di annegare un naufrago che si dibatte tra le spume, un’ideuzza all’inguaiatissimo presidente americano la vorremmo dare. Cambi avvocato. Si può mai pensare di cavarsela dopo essersi messi, per tanto tempo, nelle mani di un avvocato come Michael Cohen, uno che crolla come un vitello in lacrime davanti a un giurì, e si dichiara colpevole di otto capi d’accusa (otto) tra cui evasione fiscale, false dichiarazioni bancarie e uso illecito di fondi elettorali, utilizzati pure per far tenere la bocca chiusa a Stormy Daniels? E il tutto “in collaborazione e su indicazione del candidato” Trump. Maddai, neanche il Cav. quando staccava regalini alle ragazze, e di peggiori ne ha staccati a un tourbillon di disastrosi avvocati, s’era ficcato in un simile casino. Dunque, se Trump volesse ascoltarci, per una volta, l’idea è questa: perché non sfancula tutti quei mezzi legulei, e chiama al loro posto Giulia Bongiorno? Che diamine, è quella che ha fatto assolvere Andreotti, mica un toccaculi qualsiasi. E non ha mai avuto un tentennamento di fronte a capi d’accusa che l’evasione fiscale fa ridere. Una che ha domato i pm di Palermo. Insomma sì, l’unica che ce la può fare. (E poi, lo confessiamo, abbiamo il nostro piccolo tornaconto: meglio toglierla dal governo, prima che assuma davvero 450 mila nuovi statali).

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