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Il Maggio di Bertolucci e la vergogna di Ridley Scott

Maurizio Crippa

Il salutino del regista italiano al collega britannico che ha eliminato le scene di Tutti i soldi del mondo nelle quali recitava Kevin Spacey

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Ben venga Maggio, con tanto di portentoso anniversario, e giusto per rimanere sull’argomento trattato ai piani alti di questa pagina da Giulio Meotti, ci sarebbe questa divagazione, a proposito delle nuances culturali di quegli anni e di quelle di oggi. L’altro giorno Bernardo Bertolucci era al Petruzzelli di Bari, a celebrare il restauro e il ritorno in sala del suo Ultimo Tango, 1972. E ne ha approfittato per mandare un salutino al collega Ridley Scott e a tutto il circolino benpensante: “Quando ho saputo che Ridley Scott aveva acconsentito a eliminare le scene di Tutti i soldi del mondo nelle quali recitava Kevin Spacey, ho mandato un messaggio al montatore Pietro Scalia perché riferisse a Scott che si doveva vergognare”. E poi gli è venuta pure voglia “di fare un film con Spacey”. La cosa fantastica è che l’hanno applaudito, più o meno gli stessi che avevano acclamato allo stesso modo Ridley Scott come l’arcangelo vendicatore. Ora, sodomizzare col burro un’attrice in combutta con Marlon Brando e senza nemmeno avvertirla, e vantarsene per quarant’anni di fila in nome dell’esprit libertario del Maggio, può essere in effetti una porcheria, anche senza appellarsi al mutevole Zeitgeist. Oggi li arresterebbero, tutti e due. Per cui è chiaro che ci sia un po’ di pelo, nel suo garantismo e nel suo J’accuse. Però, se eravamo messi peggio allora, o adesso che ci pentiamo di tutto, non saprei. Ma viva Bertolucci, almeno come antidoto all’ipocrisia.

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