Maurizio Crozza (foto LaPresse)

Il Di Maio della satira

Maurizio Crippa

Lo scambio di insulti tra Crozza e Benatia sul rigore assegnato al Real Madrid e l'ironia volgare del comico che volle farsi Giusto del Popolo

Disculpe, pare abbia sussurrato CR7 a Gigino Buffon, a fine partita. Ma, come diceva quello, “quod scripsi, scripsi” e disculpe io anche no. Però, almeno per equanimità, va scritto pure che se uno sembra il Casaleggio del calcio, Maurizio Crozza è senza pericolo di sbagliare il Di Maio della satira, e non serve specificare che da queste parti non è un complimento. Come noto, a Fratelli di Crozza è tornato sul caso, sponda Benatia. Il quale aveva detto che il rigore al 93esimo è stato uno “stupro”. Vabbè, una scemenza che manco Asia Argento. Però, in onda sulla Nove, il ridanciano che volle farsi Giusto del Popolo ha commentato, con l’ironia sottile che gli è propria: “Bisogna stare attenti a usare le parole, non puoi parlare di stupro perché sei tu che hai fatto un’entrata del cazzo al 93esimo. Io non so se hai idea di cosa sia uno stupro. Ovviamente neanch’io ce l’ho. Se però vuoi provare l’emozione, il prossimo fallo in area, un bel fallo, provi a ficcartelo su per il culo. Un’idea a quel punto te la sei fatta”. Benatia non è propriamente una casalinga di Voghera, anche questo va ammesso. Via Instagram, che è un social iconico, gli ha risposto: “Se vuoi provare sono a Vinovo tutti i giorni, ti aspetto”. Con due punti esclamativi. “Imbecille testa di cazzo non fai ridere nessuno”. Poi ha emojizzato un dito medio e ha concluso, con eloquio signorile: “Tieni te lo metti dove ti piace”. Beh, rispondesse così anche Mattarella ai grillini, saremmo un paese più civile.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"