PUBBLICITÁ

Andate a spendere da Cracco: una dichiarazione di voto

Maurizio Crippa

I prezzi sono stellari, ed è logico e doveroso. Più che un esborso però, è un'alta testimonianza morale contro il populismo e il poveraccismo

PUBBLICITÁ

Fatta la doverosa premessa che come testimonial di Scavolini ci rimarrà sempre nel cuore Lorella Cuccarini, ma nel mondo così com’è diventato gli chef funzionano meglio delle ballerine, in attesa del turno dei nani, consigliamo vivamente questo: godetevi il weekend prima della catastrofe e andate a spendere un bel mucchietto dei vostri euro (prima della fuoriuscita dal) al nuovo ristorante di Carlo Cracco in Galleria a Milano. Come si mangi, non vi sapremmo dire, ma di solito quelli che commentano “male” sui social sono gente che ne capisce meno di voi. Che si spenda tanto, è la cosa più pacifica, logica e persino doverosa, se si va alla tavola di un cuoco di rango. Ma più che altro, il vostro esborso sarebbe un’alta testimonianza morale e politica, l’unica possibile nei giorni del silenzio elettorale, contro il populismo e il poveraccismo di una società corrosa dall’idiozia e dal rancore sociale. Capita questo: che piovono accuse (accuse) perché da Cracco in Galleria i prezzi sono stellari. Vivaddio, come dovrebbero essere? In un ristorante “alto di gamma”, come dicono al marketing, ci si va per esperienze sublimi, per esibirsi e anche per riconoscere pubblicamente che il denaro è un premio di chi lo sa ottenere e uno strumento di crescita globale. Cianciare del contrario significa non sapere cos’è una classe dirigente. Anche se oggi, una classe dirigente che volesse dare lezioni di cultura economica e pure di estetica al popolino andrebbe da McDonald’s. Ma scegliete Cracco: come dichiarazione di voto.

Di più su questi argomenti:
PUBBLICITÁ