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"Fate figli!". Un giapponese ci prende troppo sul serio

Maurizio Crippa

Il caso di un ragazzo, ricco, di 28 anni, che negli ultimi anni ha acquistato in Thailandia tredici figli prodotti da madri surrogate

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Nel Regno del Crisantemo stanno messi peggio di noi, a inverno demografico, là tira da decenni un burian siberiano. Chissà se ci leggono, ma nel caso ci prendono troppo sul serio. C’è un “ricco signore”, persino giovane, ha 28 anni, che vuole assicurarsi una grande discendenza che possa godere in futuro della sua grossa eredità. Ma sarà che è pigro, sarà che una moglie da quelle parti è un casino, ha fatto così. Negli ultimi anni ha acquistato in Thailandia tredici (13) figli prodotti da madri surrogate. Pagando, s’intende: tra i 9.300 e i 12.500 dollari cadauno. La polizia di Bangkok se ne accorse nel 2014, quando trovarono nove fratellini parcheggiati con tate H-24 in lussuoso appartamento. Perché il babbo eredi per il futuro sì, ma avere una squadra di calcio tra i piedi proprio subito, anche no. “Non avevo mai visto un caso simile”, disse il capo dell’Interpol. Lo stato (thailandese) se ne prese cura. Qualcuno si pose il problema: forse qualcosa non funziona, con la deregulation del mercato “rent-a-womb”. Ma ora un tribunale ha stabilito che il prolifico giapponese per procura ha i pieni diritti di “unico genitore” della nidiata e può portarli nel suo paese, dato che ha mezzi sufficienti per mantenerli e ciò è un bene per “la felicità e le opportunità dei bambini”. Che avranno presto tanti fratellini: l’avvocato ha detto che il suo cliente ne vuole a dozzine, di figli. E tutto bene quel che finisce bene, e magari è un’idea anche per noi. Compresa la possibilità di parcheggiare i pargoli all’estero, almeno finché non ci sarà un adeguato servizio delivery di Amazon. O tipo Foodora, in bicicletta.

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