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Menare il professore

Maurizio Crippa

In questo mondo capovolto la scemenza dei genitori ricade su quella dei figli

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Lei prima l’aveva “perdonato” (cosa c’è di più travisante delle semplificazioni dei giornali?), non fategli del male a quel ragazzo, aveva detto, “Madonna mia non ce l’ho fatta a cambiarlo”. La “santa prof” che qualche settimana fa era stata sfregiata, 32 punti di sutura, da un suo studente. Poi s’era persino pentita: lei, non lui. “Forse abbiamo fallito”. E chissà se ha già perdonato, o se si sente in colpa pure lui, il prof (niente discriminazioni gender, a scuola) che pure lui è stato menato, a Foggia, trenta giorni di prognosi: ma non da uno studente, bensì dal suo bravo papà. Che non aveva digerito, no, che il suo bambino fosse stato rimproverato, a scuola. Del resto siamo nell’èra dei genitori bamboccioni, che allestiscono gruppi Whatsapp – quelli che manco la ministra può chiudere, lei al massimo licenzierà i professori che usano molestamente i gruppi Whatsapp degli studenti – per insolentire i professori: giù le mani dai nostri angioletti, hanno sempre ragione. Ma al papà di Foggia le violenze social condivise non bastano, ed è passato alle vie di fatto. Perché in questo mondo capovolto, in cui la capa di Oxfam, una delle più famose ong del mondo, s’è dimessa perché i suoi volontari del Bene facevano festini con le ragazze che avrebbero dovuto aiutare, la scemenza dei genitori ricade su quella dei figli. E invece i prof si sento in colpa per le violenze subite da genitori e figli. Ma è San Valentino, forse non lo sai ma pure questo è amore.

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