Sergio Pirozzi (foto LaPresse)

C'è sempre qualcuno che è più Pirozzi di te

Maurizio Crippa

Il sindaco di Amatrice, candidato alle regionali nel Lazio, è indagato per il crollo di una palazzina durante il terremoto dell'agosto 2016. E ha scoperto che esiste una giustizia dotata di un sentimento del tempo tutto suo

Poi, oh, finirà in gloria come per Bertolaso. O come per altri sindaci passati nel tritacarne giudiziario e mediatico per aver fatto, più o meno, soltanto il proprio dovere. Però il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi. C’è chi lo trova una risorsa della democrazia e chi anche no. Però è finito indagato, e non sarà niente ne siamo sicuri, così al buio, per il crollo di una palazzina in cui il 24 agosto 2016 morirono 7 persone nel terremoto, “condotte commissive e omissive”. Però il sindaco Pirozzi non ha trovato di meglio da commentare, di primo acchito, oltre all’estraneità ai fatti contestati, questo: “Mi preme osservare che tale atto mi è stato notificato casualmente a 22 giorni dalle elezioni regionali del Lazio”, alle quali è candidato. Dove “casualmente” è ovviamente tutto. E niente, il sindaco che dal primo momento e dalla prima scossa fa il diavolo a quattro, contro la burocrazia o contro le norme o a favore delle norme, comunque sia contro la complicata macchina dello stato e la politica intesa come quintessenza della Colpa Collettiva, e che ha deciso di candidarsi perché per lui la politica si fa con gli scarponi, con i piedi nel fango e dalla parte della gente, ha scoperto che ci sono – purtroppo per lui e per tutti noi – delle cose che funzionano con altre logiche e in altre maniere. Cose che non basta la poetica neorealista degli scarponi chiodati. E ha scoperto, ma questa è la perdita di verginità di chiunque si affacci alla cosa pubblica, che esiste una giustizia, se non a orologeria, però dotata di un sentimento del tempo tutto suo. E su questo, in fin dei conti, il sindaco Pirozzi ha ragione.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"