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Voto per il Mago Forest

Maurizio Crippa

Il mago di Zelig è un genio, con le sue battute anche fuori moda. E non è nazional-popolare ma proprio italiano, e solo chi non ha mai bevuto una Peroni a collo non capisce la differenza

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Al solito, Sanremo non l’ho visto, non so manco perché Meta e Moro abbiano copiato il programma dei cinque stelle. Però ho letto Annalena e ho capito che quest’anno finalmente di artisti non ce n’è, siamo solo noi sul divano, nello specchio di Alice della nostalgia. Non guardo Sanremo perché è nazional-popolare, lo ammetto, e io preferisco il popolare e basta. Se è becero, è anche meglio. Insomma Zelig sì, Sanremo no. Così ho visto (Raiplay) il Mago Forest. Che non è nazional-popolare ma proprio italiano, e solo chi non ha mai bevuto una Peroni a collo non capisce la differenza. E il Mago Forest è un genio, con le sue battute da Zelig, anche fuori moda, nostalgia ma versione Mediaset, e che agli Emmy sarebbero considerate corpo di reato. “Che piacere conoscerti Claudio, posso farti una confessione, ogni volta che faccio l’amore metto sempre come sottofondo un tuo brano, potresti scrivere delle canzoni più corte?”. E altre bassezze. Ma lui è come sono gli italiani, Favino è nazional-popolare 2.0. E poi, se lo guardate bene, se lo rasate meglio, se fate caso alla parlantina, e va da sé all’illusionismo delle mani, è proprio l’italiano: è tale e quale a Renzi, quello di Zelig. Solo che dici Renzi, e di questi tempi pensi: vuoi vedere che per l’ultima serata arriva pure Raul Cremona, Omen, quello che somatizza?

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