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Corteggiare è bello, perché je suis Silvio Berlusconi

Maurizio Crippa

Il Cav. nel salotto di Bruno Vespa ha scelto di schierarsi leggiadro con Catherine Deneuve

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L’amore. Un apostrofo azzurro tra le parole Silvio e Berlusconi. S’è materializzato sulla poltrona candida di Vespa, il Corteggiatore in chief. C’era da parlare anche d’altro, la flat tax Salvini Di Maio e altre quisquilie minori, indifferenti al sugo della vita. Ma lui è andato al cuore, a quel che conta per le donne e gli uomini, ed è la sua specialità. S’è schierato leggiadro con Catherine Deneuve, la divina: “Ha detto cose sante. Perché è naturale che le donne siano contente che un uomo faccia la corte. Non è un’offesa fare la corte purché resti nell’eleganza”. E poi, siccome meglio di Leporello non sa mentire, questo glielo riconoscono tutti, ha aggiunto, il Gran Galante: “Io non sono molto pratico, perché a me sono le donne che fanno la corte”. La Divina aveva detto: “Lasciamo agli uomini la libertà di importunarci”. Ma lui, come ognun sa, non importuna mai. Così, col tocco che solo è suo, dell’uomo che conosce la vita e ha cura dei sentimenti, ha chiuso il caso, come fosse un giro di valzer. Altro che #metoo, altro che #balancetonporc. Quelle sono parolacce che si addicono a certe puritane, o a certi energumeni che non sanno l’uso di mondo, né quello di femmina. Quelli che adesso sono lì a rigirasi nelle mani i loro post-it ingialliti, le loro prime pagine volgari e senza grazia. E le loro Dieci domande, fatte a stupro dei sentimenti. Spazzate via dal vento. Oui, je suis Silviò.

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