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Donnarumma, un’Asia Argento per Pietro Grasso

Maurizio Crippa

Il portiere del Milan vorrebbe annullare il contratto firmato qualche mese fa. Come andrà a finire non si sa. Si possono fare ipotesi, per raffronto

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Gigio Donnarumma è un ragazzone grande tanto, ha un nasone che se invece di un campione di Serie A fosse Keaton Jones farebbe 16 milioni di visualizzazioni lamentandosi che a scuola lo prendono in giro, ha preso un gol dal portiere della squadra ultimissima in classifica che se anche vincerà un dì la Champions troverà qualcuno di memoria lunga pronto a percularlo. Tra i pali è bravo, di memoria meno. Qualche mese fa ha firmato un contrattone con Milan. Ma adesso vorrebbe farlo nullo perché, dice, lui lo aveva firmato, ma non era sereno: ha subìto pressioni psicologiche, forse perfino violenza morale (vizio di consenso, art. 1.435 Cod. civ.). Come andrà a finire non si sa. Si possono fare ipotesi, per raffronto. Ad esempio, se invece di un contratto da calciatore fosse stato un matrimonio in chiesa, gli basterebbe scrivere al Papa due righette: “Non ero sereno, oggi mi sono venuti molti dubia”. Se fosse un parlamentare, potrebbe passare dritto al Gruppo Fritto Misto, in attesa di candidarsi sia con Lupi, sia con la Lorenzin. Se fosse Asia Argento, potrebbe dire: è stata una molestia, anzi uno stupro, ma sul momento non me ne sono accorto. Infine, volesse proprio ritrovare la serenità smarrita, potrebbe lasciare pure lui la Ditta che l’ha sfamato e candidarsi a diventare una fogliolina al vento di Pietro Grasso. Loro lo accoglierebbero a braccia aperte, libero tra gli uguali: sono per la parità di genere, ma gli manca ancora il genere comico.

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