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Di là dal mare, per chi vuole piangere un po’

Maurizio Crippa

I ragazzi venduti nei campi di Tripoli, gli accordi con la Libia secondo l'Onu e l'ottimismo di Papa Francesco 

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Siccome tutte le lacrime italiane sono già state versate l’altra sera, in un fiume emozionale assieme a quelle di Buffon, vale forse la pena spendere queste poche totally unnecessary righe per segnalare una notizia che probabilmente lascerà i più a ciglio asciutto, da questa parte del mare. La storia l’hanno raccontata quattro giornalisti della CNN, che ieri l’ha pubblicata. Lo scorso agosto avevano ricevuto un video, si vedeva la vendita di un uomo, nigeriano, offerto al mercato come un “ragazzo grosso e forte adatto per il lavoro in fattoria”. Quattrocento dollari. Nima Elbagir della CNN è partita per la Libia. Racconta di aver assistito personalmente alla vendita di una decina di persone a Tripoli, ha raccolto altre testimonianze di uomini che erano stati venduti, prima di finire, chissà attraverso quali percorsi, nei centri di detenzione. Secondo i giornalisti del network americano le aste degli schiavi avvengono un po’ dovunque. In un centro di detenzione, un ragazzo che ha dichiarato di essere stato venduto più volte ha detto: “Se guardate la maggior parte delle persone che si trovano qui, se controllate i loro corpi, vedrete i segni. Sono stati picchiati, mutilati”. Gli accordi che l’Italia e dall’Unione europea hanno fatto con la Libia per fermare il flusso dei migranti stanno funzionando, si dice. E l’Alto commissario per i diritti umani dell’Onu, che ieri ha bollato come “disumana” questa collaborazione, forse esagera. Forse. D’altra parte, anche Francesco ha detto che bisogna essere ottimisti.

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