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Escremoj! L’inno del corpo sciolto di Corriere.it

Maurizio Crippa

Il quotidiano dedica un articolo sulla polemica attorno all'opportunità o meno di introdurre l'emoji delle “feci acciliate” 

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“Non sono mai stato così giocondo. / Viva la merda che ricopre tutto il mondo: / è un mondo libero, un mondo squacchera”. Era L’inno del corpo sciolto, ma era il 1979 e si credeva di averla finita lì, con la coprolalia e pure con Benigni. Eppure il mondo continua e va avanti, con noi o senza e ogni cosa si crea, come cantava il Poeta. E nel 2017 si fa già così tanta fatica a tenere a bada shitty men e shitty speech che proprio di un pubblico dibattito tra favorevoli e contrari all’introduzione delle cacche tristi fra gli emoji (“escremoji”, c’è già il neologismo) se ne faceva a meno. E se proprio lo volevano fare, quelli dell’Unicode Consortium, organizzazione senza scopo di lucro (e ci mancherebbe) che si occupa di studiare quali emoji vanno bene e quali no, poteva restare una faccenda loro. Chiusi dentro al cesso. Invece no. Dacché gli emoji della cacca esistono, e ce n’è di felici e incazzati e tristi che manco Benigni se li sognava, ecco che il Corriere.it, che lotta insieme a noi per rendere migliore il pianeta dell’informazione, gli ha dedicato un’articolessa. Titolo: “I guardiani degli emoji e la polemica sugli escremoji”. Svolgimento: “Ha senso introdurre nell’alfabeto degli emoji le feci accigliate”?. Beh, verrebbe da dire, provate voi del Corriere.it a svegliarvi alla mattina di malumore e alle prese con la stipsi: perché nel mondo libero non lo si dovrebbe far sapere? E’ un dibattito di cultura, una battaglia di verità, mica fake news. Però almeno potevano dirlo al notista politico Massimo Franco, che nel frattempo stava da Floris a tirare manciate di escremoji a mano libera al povero Renzi.

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