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Caro Saviano, rinfodera le querele e tira fuori le tette

Maurizio Crippa

Il botta e risposta con Maurizio Gasparri su twitter. Un talento letterario come lui dovrebbe sapere che ci sono modi più immaginifici, per combattere il Bieco Fascista

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Dell’inesorabile precipitare nel maelstrom nazionalpopolare dell’Icona Incorruttibile, Roberto Saviano – giù dalla Raitre senza macchia né paura, per gli “Amici” della De Filippi fino al pastrocchione del “Che tempo che fa” di Raiuno, colpa di Fazio s’intende – dirà qualcuno più attrezzato di noi. Ha concionato di ius soli, Saviano, facendo rimpiangere le placide domeniche sera, e forse anche le audience, di Don Matteo. Ma chi siamo noi per giudicare? Se l’è presa malissimo solo Maurizio Gasparri, che non è un fior di pluralista, e ha tuittato indignato: “Cambiare canale, evitare @fabfazio che fa parlare il pregiudicato #Saviano, discaricheRai”. Gasparri non è nemmeno un fior di garantista, e non gli verrebbe mai di pensare che un “pregiudicato” che ha pagato per la sua pena (seimila euri in Cassazione, il famoso plagio) è nel diritto di parlare. Ma tant’è. Saviano, che in fondo è fatto della stessa pasta, alla libertà di parola preferisce le procure, ha risposto: “Questa volta non posso tollerare le sue parole”. E via Twitter: “Agirò in giudizio per questo tweet. E che soddisfazione sarà donare il risarcimento di Gasparri alle Ong che soccorrono nel Mediterraneo”. Un talento letterario come lui dovrebbe sapere che ci sono modi più immaginifici, per combattere il Bieco Fascista. Mettersi in ginocchio da Fazio come una star del football, ormai è già fuori moda. Però può sempre mettersi a tette di fuori come Emily Ratajkowski. Non avrebbe forse la stessa efficacia, ma si può sempre plagiare.

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