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Ode ad Andrea Bocelli caduto da cavallo

Maurizio Crippa

Non è che dobbiamo tutti essere Ugo Foscolo, e scrivere odi in settenari per la sua pronta guarigione. Però, da quando c’è l’iPhone, siamo diventati più bestie

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Sarò anche stronzo, e incapace di capire qual è il lato giusto della storia, e pazienza pure per il plagio del meraviglioso Emilio Isgrò, ma continuo a preferire Roger Waters ad Andrea Bocelli. Così, un partito preso. Roger Waters ha fatto al Barclays Center di Brooklyn un concerto per l’11 settembre, con dedica a alle “vittime innocenti della guerra”, e avrei voluto esserci. Bocelli invece è atteso stasera su RaiUno per il “Colosseo di Roma - Andrea Bocelli Show”, e anche potendo esserci girerò canale. Ma sono gusti musicali, e a voi che vi frega. Però Andrea Bocelli ieri è caduto da cavallo, mentre nella sua tenuta a Lajatico in quel di Pisa scorrazzava col suo purosangue Caudillo (un nome un po’ così, diciamo: non ditelo a quelli di Barcellona). E’ arrivato l’elisoccorso e l’ha portato all’ospedale di Pisa, codice giallo. Sta bene, probabilmente canterà, e anche qui: a voi che vi frega. Forse può interessare però questo, che vi sia simpatico o no il gran tenore. Lui è ipovedente, era affetto fin da bambino da un glaucoma, poi un incidente giocando a calcio ha peggiorato le cose. Non così tanto, grazie al Cielo, da precludergli una buona vita e la passione per l’ippica. Però ieri, come un solo imbecille, si sono scatenati a grappoli sui social i battutisti e gli odiatori professionali indignati – sì, indignati – dal fatto che Bocelli vada a cavallo. Vi risparmio le parole, ed è meglio. E non è che dobbiamo tutti essere Ugo Foscolo, e scrivere odi in settenari per la sua pronta guarigione. Però, da quando c’è l’iPhone, siamo diventati più bestie. Ditelo alla Fedeli.

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