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Luca da Pisapia

Maurizio Crippa

Come Cordero di Montezemolo, suo elegante antesignano, anche Pisapia tentenna, scende in campo (largo), fonda un partito, si candida ma anche no

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“Io lo dico laicamente: se Giuliano c’è, benissimo, se non c’è ne prendiamo atto. Non se ne può parlare fino a Natale”. Pippo Civati è un Ercolino sempre in piedi, è pure simpatico. Sparisce per un po’, non che si senta la mancanza, però poi quando torna è sempre peperino, mica le manda a dire. Adesso è incazzato con Giuliano Pisapia. E a noi è simpatico anche Pisapia, il nostro caro ex sindaco arancione che si è messo in testa un’idea eccellente. Solo che lo fa, da par suo, con un controvoglia e un’indecisione a tutto che rischiano di tramutarlo, ciuffo un po’ meno glam e più grigiamente pensoso, nella nuova versione politica di Luca Cordero di Montezemolo. “La mia posizione è sempre la stessa. Io lavoro per un centrosinistra di governo che sia largo e vincente”, va ripetendo a chiunque l’ascolti. Seppure il chiunque sia ormai solo Bruno Tabacci. Civati si scoccia: “Pisapia in Sicilia deve decidere definitivamente che cosa vuole fare. Io ho sempre parlato di una sinistra unita. Pisapia invece – è non è una novità – non è così chiaro. Forse adesso i suoi smentiscono l’alleanza con Alfano, ma a ogni ora ce n’è una… Così diventa un po’ complicato”. Come il suo elegante antesignano, anche Luca di Pisapia tentenna, scende in campo (largo), fonda un partito, si candida ma anche no. Finì che quello era rimasto ai box, non trovò più manco la Ferrari. Ma a Giuliano che importa, lui va in bici.

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