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Ahi Gad, che lasci la barca del Pd per scopare il mare

Maurizio Crippa

Che fai? Lasci la barca adesso? La barca del Pd, intendiamo, proprio adesso che rolla e beccheggia come un giunco nel mare nostrum del proporzionale

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So che sarebbe compito del mio compagno di banco Andrea’s, so che il Signor Direttore in quarta pagina del nostro Fogliuzzo già gli dà pan per focaccia, e numeri per migranti. Ma non posso esimermi, no. Perché a Gad Lerner, se lui non s’offende, gli voglio bene. E abbiamo chiacchierato di recente, e a lungo, e quasi all’idem sentire, su quanto sarebbe bello prendere una notte un vascello di linea da Tunisi – Gad, il migrante e io – e farci portare per incantamento sulle sponde accoglienti di qua dal mare, e tutto risolvere in una festosa integrazione. E invece tu, tu quoque Gad, che fai? Lasci la barca adesso? La barca del Pd, intendiamo, proprio adesso che rolla e beccheggia come un giunco nel mare nostrum del proporzionale, proprio adesso che la sinistra a sinistra del Pd (che è un po’ come dire a ovest di Paperino, ma vabbè) avrebbe bisogno di un contrappeso, di un gabbiere di parrocchetto a bilanciare le rotte dell’ammiraglio Nelson Minniti? E a Nigrizia, lo dici? “La goccia che ha fatto traboccare il vaso è la campagna di denigrazione mossa contro le ong impegnate nei salvataggi in mare”. E proprio adesso, tu che eri il Casaleggio associato di Pisapia, e lo volevi condurre per mano alla guida della grande sinistra, ora lo lasci lì, come dire senza manco il server, a non saper che dire, a non saper che fare. Tu che eri un padre fondatore e pellegrino, del Pd? E per andare dove poi? A scopare il mare con Bersani?

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