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L'isteria sociale sul caso Donnarumma

Maurizio Crippa

Il simpatico ragazzone è destinato a diventare il goalkeeper, o il portero, più bravo del mondo. O anche il portiere, se lo comprerà la Giuve

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Ora che nonno Mathew ci ha resi edotti in tempo reale che Beyoncé ha felicemente partorito due gemelli, maschietto e femminuccia (ma pare avesse già spoilerato tutto Obama, cosa non si fa per restare nel circuito internazionale) possiamo tornare a occuparci del dilemma socio-economico del momento. Ovvero se il caso di Gigio Donnarumma sia un paradigma neoliberista o un caso di isteria sociale. Senza aspettare lo spoiler di Obama, lo anticipiamo subito: è un caso di isteria sociale. Il simpatico ragazzone è destinato a diventare il goalkeeper, o il portero, più bravo del mondo. O anche il portiere, se lo comprerà la Giuve. E’ giovane e vuole guadagnare tanto. Lo hanno insultato, deriso. Anzi secondo il suo procuratore lo hanno addirittura minacciato: quelli del Milan. Lui, c’è chi dice, è libero di andare dove vuole. Mercato. Però, spiegano al Milan, “una cosa è la legittimità, un’altra l’etica degli affari”. Dicendo no al contratto, gli ha fatto una minusvalenza che i tecnici stimano in 30 milioni. Pasticci che manco al Consip. Ma che c’entra il mercato? La verità è che si sia fatto intortare dal suo procuratore, che gli scriveva su Instagram, con un falso account, “Blue whale”, per indurlo a farsi dei tagli sulle manone sante e acchiappatutto, e forse anche sui piedi. A baciare persino la maglia che poi avrebbe sputazzato, come gesto di coraggio suicida ed estremo. E Gigio non è un cinico speculatore di Wall Street, è un adolescente inquieto. Ci è cascato. Ora quelli del Milan sono pronti a riprenderlo in famiglia, se promette di smetterla con l’autolesionismo e la Balena Blu. Però Raiola, ancora, non l’hanno indagato.

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