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Votare per Banksy o la dark room con Napolitano?

Maurizio Crippa

Di certe proposte della politica è meglio diffidare

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Portarsi a casa una stampa originale di Banksy per un voto contro Theresa May, pure al rischio di essere perseguiti da Scotland Yard come un qualsiasi votatore di scambio della Circumvesuviana, potrebbe essere una tentazione irresistibile. Con due caveat supplementari. Primo, ufficialmente Banksy non si sa nemmeno se esista, dunque è come rischiare di portarsi a casa la tshirt del Triplete della Juve. Secondo, questo tipo di scambi di solito o finiscono in niente, tipo iscriversi alla catena di Sant’Antonio, o portano sfiga. Ad esempio c’era quella pornostar che aveva promesso un altro genere di performance artistica, quella genericamente definita “senza perdere il contatto con gli occhi” a chi avesse votato No al referendum. Il No vinse, ma gli elettori che avevano deciso per l’offerta non ebbero soddisfazione, diciamo così, e per mesi hanno lanciato insulti social alla generosa performer. Pure Madonna Ciccone aveva promesso analogo premio a chi avesse votato per Hillary. Non diremo che sia stato il basso indice di gradimento per l’attempata popstar, fatto sta che in molti trovarono più sexy The Donald. Comunque sia, di queste proposte da dark room della politica è meglio diffidare. Voi ci andreste a un appuntamento al buio, il 18 giugno, organizzato da Anna Falcone e Tomaso Montanari? Col rischio di trovarvi a twerkare con Nicola Fratonianni? O, peggio, di ritrovarvi a un seminario obbligatorio con Giorgio Napolitano che vi spiega che andare a votare è un colpo alla credibilità del paese?

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