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Come potrò finalmente sposare, quel dì, Lauren Bacall

Maurizio Crippa

Il “matrimonio postumo” di Etienne Cardiles con il suo compagno Xavier Jugelé, il poliziotto ucciso sugli Champs Élysées

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“Che esista l’Aldilà è sicuro. Ma il problema è: a che ora chiude? E quanto dista dal centro?”. Ho sempre adorato, nel suo empirismo, la battuta talmudica di Woody Allen. Solo che va aggiornata. Perché Woody è un materialista del Novecento, e si limitava a porsi domande terragne: “Mi potranno cambiare una banconota da 50 dollari, nell’Aldilà?”. Invece adesso, la domanda che mi pongo – e come me in tanti, scommetto – è quest’altra: “Potrò finalmente sposare la mia adorata Lauren Bacall, che trepida m’aspetta (scommetto anche su questo), nell’Aldilà?”. La risposta, per una volta, è sì. A Parigi, la più postmoderrna di tutte le città eterne, Etienne Cardiles ha sposato il suo compagno Xavier Jugelé, il poliziotto ucciso sugli Champs Elysées. Un “matrimonio postumo” celebrato alla presenza di François Hollande (ad ogni buon conto il più postumo di tutti). Del grande amore gentile che univa i due, e dell’orazione funebre che Etienne gli dedicò, non staremo a commentare più di quel che da queste pagine già si commentò. Ma c’è questo senso estatico, metafisico seppure un po’ dolciastro, che la ratificazione matrimoniale postuma porta con sé. Il cuore ha ragioni che la biologia non conosce. E da oggi sappiamo nemmeno la tomba. Ma ci si può sposare davvero, tendendo la mano con l’anello oltre il nero mare che separa l’essere? E se anche sì (è così bello amare) c’è davvero bisogno di una ratificazione così giuridica? In attesa di sapere, e per stare agli atti giuridici, un’altra domanda: potrò lasciare scritto nel testamento che, quel dì, vorrei sposare Chiara Ferragni?

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