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Quando sento “turismo esperienziale” prendo la pistola

Maurizio Crippa

Muoversi e fare esperienze nuove è uno dei pilastri della nostra civiltà dai tempi di Ulisse. Ma il nuovo programma lanciato dal governo....

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Muoversi e fare esperienze nuove è uno dei pilastri della nostra civiltà dai tempi di Ulisse. Nives Meroi e Romano Benet sono una coppia affiatata, litigano anche in cima all’Annapurna come fossero nel tinello di casa. Sono la prima coppia ad aver scalato insieme tutti i 14 Ottomila. Chapeau. Se visitare l’ambasciata londinese dell’Ecuador sia stata un’esperienza altrettanto estrema per Pamela Anderson non sapremmo dire, ma sembrerebbe di sì, visto che lei adesso racconta di aver scoperto, con quelle furtive visite, che di Julian Assange “non erano le idee” che le interessavano. Ci sono tanti modi di fare turismo. Ad esempio l’Agenzia del Demanio, in collaborazione col Mibact e il ministero delle Infrastrutture ha lanciato un programma rivolto agli under 40 che si chiama “Valore Paese-Cammini e Percorsi”. Si tratta di destinare loro 103 immobili – tra masserie, case cantoniere e quant’altro – di proprietà pubblica, “dislocati lungo ciclovie o percorsi storico-religiosi” affinché li trasformino in strutture turistiche. E niente di male, potrebbe funzionare anche meglio del Jobs Act. Ma c’è una condizione: non potranno farci discoteche, longue bar stile Fedez & Chiara Ferragni o covi per rave party, le cose che piacciono ai giovani. No, dovranno “promuovere un turismo lento ed esperienziale”. Una noiosata che al massimo può piacere a Franceschini. Come diceva quello, quando sento l’espressione “turismo esperienziale” metto mano alla pistola.

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