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I test Invalsi di Scafarto e Serracchiani: bocciati

Maurizio Crippa

Il capitano del Noe pasticcia sul foglio protocollo, il governatore del Friuli Venezia Giulia prova a “scancellare” le sue frasi sugli stupri

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I test Invalsi sono come i quiz della patente: a prova di somaro. Affermazione con duplice valenza, positiva e negativa. Sono a prova di somaro, quindi il diritto alla patente non è precluso a nessuno. Sono a prova di somaro, quindi chiunque riesce a circolare. Esiste pure gente che non riesce a prendere la patente, né a passare gli Invalsi. Ma è davvero raro. Comunque Gianpaolo Scafarto, il capitano del Noe che sbagliava a interpretare le abbreviazioni sui pizzini, interrogato dal procuratore di Roma, ha chiesto “scusa per gli errori” dovuti, ha detto, “alla fretta di completare l’informativa”. Come gli scolari indietro col programma che pasticciano sul foglio protocollo. È anche vero che ha avuto pessimi suggerimenti dai banchi in fondo alla classe, tipo quelli del “dottor Woodcock”. Ma tant’è: bocciato.

 

Un’altra che dovrebbe fare i compiti a casa è Debora Serracchiani, presidente del Friuli Venezia Giulia, che pure è politica d’esperienza. Commentando un fatto di cronaca ha detto che lo stupro “risulta socialmente e moralmente ancor più inaccettabile quando è compiuto da chi chiede e ottiene accoglienza nel nostro paese”. Poi ha provato a “scancellare” la bestiata, come si faceva una volta a scuola, e col bianchetto di Fb ha riscritto: “Ho sentito il dovere di dire una cosa che credo di buon senso, anche se scomoda. E credo di aver detto una cosa evidente alla stragrande maggioranza dei nostri concittadini”. Niente, bocciata.

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