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Il gol in zona Cesarini vale un esonero per il ct Rosy Bindi

Maurizio Crippa

Al processo sulle infiltrazioni mafiose negli stadi il boss dice che gli Agnelli sono stati accusati "ingiustamente"

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Quel che si dice un coup de théâtre. O meglio, dato l’argomento para-pallonaro, un gol in zona Cesarini. Al processo Alto Piemonte, che intende far luce sulle infiltrazioni della ’ndrangheta al nord (che ad ogni buon conto sembra non freghi molto a nessuno), ma soprattutto sulle presunte infiltrazioni delle ’ndrine nella curva della Juventus, (l’unica cosa che davvero interessa a tutti della baraonda mediatico-giudiziaria), Saverio Dominello ha chiesto la parola. Lui è condannato in via definitiva per associazione a delinquere di stampo mafioso; suo figlio Rocco sarebbe quello che aveva contatti con dipendenti della squadra. Ha detto: “Volevo annunciare che mi dissocio. Sono stufo di questa vicenda che ha portato danni alla mia famiglia”. E fin qui, bene. O magari no, ma è materia per giureconsulti.

 

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La cosa veramente notevole, il gol in zona Cesarini, detta dal boss è questa, riportata dal suo avvocato: “Riguardo agli Agnelli Saverio Dominello ha riferito di essere dispiaciuto che siano stati messi in mezzo, sulla tv e sui giornali, alla vicenda e che il suo nome è stato accostato al loro ingiustamente”. E se lo dice un dissociato, dovranno ben credergli, no? Ma se gol in zona Cesarini è stato, qual è la squadra di fessacchiotti che l’ha incassato? Lo diciamo noi: la commissione Antimafia guidata dal ct Rosy Bindi. Che in ogni club che si rispetti, adesso sarebbe pronta per l’esonero.

 

Ps. Ci teniamo a ribadirlo, a futura memoria: noi, stavolta, non c’entriamo niente.

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