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Se Nina Moric si candida con CasaPound, rischia di far diventare populista pure me

Maurizio Crippa

Nina Moric, in arte bellissima, in social comunicazione tostissima, fa un’intervista al Primato nazionale, e parla del suo nuovo amore. Ed è amore politico

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Adesso che tira aria di sinistra ma sinistra, adesso che siamo tutti un po’ sudamericani, peronisti come Francesco o chiaviche chaviste come i Cinque stelle del Cono Sur. Adesso tutti sono in cerca della nostra Evita, una madre-bellezza-carezza per la Patria, ma straniera (almeno di nascita, non ditele di passaporto, che s’incazza). Adesso che la Virginia e la Boldrinova già hanno floppato, e diremmo scassato il, ma maschilisti non siamo. Adesso che, insomma, esotica doveva essere. Chi ti salta fuori, zac, out of the black, come nuova bandiera nazionale (anzi molto nazional?). Lei, Nina Moric, in arte bellissima, in social comunicazione tostissima. E che fa? Fa un’intervista al Primato nazionale, e parla del suo nuovo amore. Ed è amore politico: si chiama CasaPound. La signora non ha molti dubbi, si vede che ci studiato: “Su di loro c’è una cattiva informazione, fanno molte attività sociali”, “CasaPound non ha mai avuto parole razziste o xenofobe, la xenofobia è la paura dello straniero, io e chi milita in CasaPound non abbiamo di certo paura di nessuno”. Candidarsi, ecco, quello ancora no. “Non se n’è ancora parlato, abbiamo più discusso di un aspetto legato alla comunicazione, e di utilizzare la mia popolarità per iniziative benefiche e sociali”. E con quello che offre il mercato della comunicazione, una come Nina Moric, una che sa tenere a bada anche la Lucarelli, non so come dire, ma rischia di far diventare pupulista pure me. E comunque, se poi si candida, se la magna, la Meloni.

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