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Tre notizie in una volta: Alfano è vivo, l’Ncd è morto e a nessuno può fregargliene qualcosa

Maurizio Crippa

Alfano s’è rimesso sul mercato immobiliare, per cercare “una casa comune” in tempi di scissioni esecutive e di sistemi proporzionali

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L’ultima volta che c’eravamo occupati della centralità di Angelino Alfano era stata, se la memoria non inganna, quando aveva proclamato, agitando lo spadone come un Cavaliere di Malta pronto alla crociata, che avrebbe indetto un referendum contro le unioni civili di Lady Cirinnà: vincere o morire. E lui, modestamente, avrebbe vinto. Nel frattempo sono arrivati da Trento i genitori omo, lui ha traslocato alla Farnesina (se ve ne siete accorti), ma altri tronituanti annunci, dal Nuovo centrodestra, niente. Poi ieri la notizia – che forse era la causa del silenzio, forse ne è la conseguenza – che l’Ncd ha la data di scadenza. Ravvicinata. “Dal 18 marzo noi diremo che l’esperienza del Nuovo centrodestra si conclude con degli ottimi risultati, ma che adesso dobbiamo unirci con altri per riuscire a centrare l’obiettivo di dare finalmente una casa comune ai moderati liberali popolari italiani”. A parte gli ottimi risultati – ma noi siamo il giornale dell’ottimismo, chiunque produca “risultati”, noi facciamo chapeau – il succo dell’annuncio è che Ncd non c’è più e che la cosa, viste le reazioni, non interessa nessuno. Se non a Salvini, ma quello è un fissato. L’altra notizia è che Alfano s’è rimesso sul mercato immobiliare, per cercare “una casa comune” in tempi di scissioni esecutive e di sistemi proporzionali. Lo aiuteranno nella perigliosa recherche i “moderati italiani”. Anzi, i “milioni e milioni di italiani che non vogliono allearsi con Salvini”. Ma che, finora, non hanno mai dato grandi segnali di voler votare per Alfano. A milioni.

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