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Il cinema del peccato

Maurizio Crippa

Germania, chiude il Filmdienst, guida ufficiale della Katholische Filmkommission che dal 1947 metteva i bollini di affidabilità morale alle pellicole

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Ci sono notizie che forse lo sarebbero, per costume e cultura, in un mondo subissato di preti con vocazione orgiastica e di giornalisti che si chiamano come piloti della Formula Uno (copyright del mio amico Giuliano) che inseguono i preti pedofili. Ma ce le saremmo perse, non fosse che il bravo Roberto Giardina, scrittore palermitano che ha messo radici a Berlino, ce le racconta su Italia Oggi. La notizia è che in Germania chiude il Filmdienst, la guida ufficiale della Katholische Filmkommission che dal 1947 metteva i bollini di affidabilità morale ai film. Non c’è bisogno di ricordarsi i baci tagliati di Nuovo Cinema Paradiso per farsi un’idea: indirizzata soprattutto ai giovani, la rassegna ha provato per decenni a censurare il censurabile. Fatica vieppiù vana. Anche il quotidiano cattolico italiano ha rinunciato da secoli a segnalare con “adulti con riserva” i film un po’ osé. Anche se, a onor del vero, Filmdienst nella sua lunga storia aveva raccomandato film come Teorema di Pasolini. Niente da fare. Pare che ormai in Germania i cattolici, che forse tutti insieme riempirebbero un paio di sale, i giudizi di Filmdienst non li leggano manco più. O forse non vanno al cinema, l’aveva già capito Wim Wenders. Ma che frequentino solo Youporn, lo lasceremo dire a quello della Formula Uno.

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