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Regredire è bello

Maurizio Crippa

L'allenatore di M’Baye Niang vuole venderlo e ha detto papale papale: “Si è fermato ed è regredito"

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Nel giorno in cui Repubblica ci rende edotti che l’83 per cento dei giovani (18-29 anni) sarebbe ben contento di avere un uomo forte al potere (non scomodate il complesso di Edipo o di Telemaco, può darsi sia solo bamboccionismo), altre due notizie ci allarmano circa la permeabilità dei giovani, e almeno di certi idoli dei giovani, verso la dimensione di Peter Pan. No, non è Dibba che piazza un selfie su Instagram con la sua nuova girl, però al grido di “rispettate la mia privacy”. Uno è M’Baye Niang, calciatore del Milan. Il suo allenatore vuole venderlo e ha detto papale papale, e qualcuno ci troverebbe forse gli estremi dell’hate speech: “Si è fermato ed è regredito. Perché? Un po’ faccio finta di non saperlo è un po’ non lo dico”. Non fuori forma: proprio regredito. L’altro è l’ex amore della Maggica, Erik Lamela. Che oggi gioca al Tottenham, ma secondo il suo coach sarebbe da tempo rintanato a Roma a riprendersi da un grande dolore. No, non l’infortunio che l’ha bloccato; no, non l’incidente capitato a suo fratello. Ma la morte del suo adorato cagnolino Simba. E’ questo che ha devastato il suo animo, gli ha tolto la serenità. Meno male che il Corriere di ieri ci insegnava che, se usiamo sempre più parolacce, è perché sono un po’ come gli emoji. Ci fanno regredire, poi stiamo meglio.

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