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Il green monday del Leòn che (ri)magna il teròn

Maurizio Crippa

Vi ricordate come si fa, con Bossi? Basta distinguere le vaccate dalle frasi vere

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Sta cosa del blue monday è anglosassone, dunque poco credibile, però minacciava. Già avevamo avuto nel weekend l’autodafé di Torquemada Mauro con il reprobo Renzi. Già ci avevano ammollato l’intervista a Gianni Letta che forse era al Cav., o forse era una velina di Gentiloni ma non l’ha capito nessuno. Rischiavi, ieri, che aprivi il giornale e c’era un’altra allisciata. Tipo l’intervista a Bersani. Be’, c’era. Ma vivaddio, un bacio in fronte a Vittorione Feltri, su Libero è tornato il Leòn, insomma il Senatùr. Uno che ha fatto più casino in vent’anni che gli altri messi assieme, e concluso anche pochino, ma per capire tutto e prima è ancora un fuoriclasse.

Se vi ricordate come si fa, con Bossi: basta distinguere le vaccate dalle frasi vere. Provate. Berlusconi: “E’ un gigante, ha fatto tante cose. Salvini ne ha fatte meno”. Renzi: “Se riesce a convincere i suoi sponsor a finanziarlo ancora può farcela, altrimenti la parentesi è chiusa”. Le Pen: “Non credo che vincerà, fatica a prendere perfino le regioni”. Europa: “Il problema del Nord non è l’Europa, che ci costa otto miliardi, ma il Sud, che ce ne costa cento di residuo fiscale. Quella è la battaglia vera che deve fare la Lega”. Salvini: “Occhio a cambiare la natura della Lega. Lui è giovane, ci vede bene da lontano, ma meno da vicino”. Scissione: “Andare fuori dalle scatole è sempre una possibilità”. Forse non siamo riusciti a distinguere tutte frasi vere. Forse erano tutte vaccate. Però, è stato un bel green monday.

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