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I fantasmi negli angoli degli incubi, il dito medio, il kebab

Maurizio Crippa

Bisognerebbe mettersi d’accordo sulla minaccia vera e sulla percezione della minaccia, e il suo stolido reflusso mediatico

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Che un attacco chimico sterminatore ci sterminerà è sicuro come l’oro, o come il cielo di Abracourcix che un giorno ci cadrà sulla testa (ma oggi no di sicuro, diceva il gallo ottimista; ma entro il 2017 senz’altro, dice oggi il gallo che si è informato). Non ho manco più voglia di scoprire chi abbia ragione o torto su questo, al limite me ne fotto. Ma poiché ci sono le fake news, ma non è neanche questione di fake, è questione dei fantasmi negli angoli degli incubi, succede che bisognerebbe mettersi d’accordo. Mettersi d’accordo sulla minaccia vera e sulla percezione della minaccia, e il suo stolido reflusso mediatico. Ad esempio, ieri, viene fuori che dopo l’attentato Anis Amri ha mostrato il dito indice a una telecamera, “tipico saluto dell’Isis”. Però, secondo la polizia tedesca, Amri ha fatto invece il dito medio a una telecamera. E converrete che le due cose siano un tantino diverse. Intanto a Milano, che è la politecnica Milano, ma che è un pochetto scossa anche lei, si è diffuso un allarme attacco chimico per un egiziano che, un mese fa, era stato ricoverato con strani sintomi d’intossicazione. Stava preparando un attacco chimico? No, pare proprio no. Non aveva manco la meningite. Forse aveva mangiato da un kebabbaro. E un giorno ci intossicheremo pure noi. Ma di balle, però, anche no. Take it easy.

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