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La guerra ai fake di Gentiloni e un’ispirazione egiziana

Maurizio Crippa
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Heri dicebamus che la guerra alla bufale prometteva poco, se a condurla ci si metteva la Presidenta Boldrini. Ma contrariamente alle previsioni secondo cui, con la caduta di Matteo Renzi, il paese sarebbe entrato in una fase di letargia, pare che certe cose abbiano preso a galoppare. E non solo perché Zuckerberg ha finalmente trovato la soluzione ai suoi fake (o forse è un fake, vi spiegano tutto sul Foglio i nostri espertissimi), ma perché pare che uno dei primi indiziati della galassia bufala, il sito LiberoGiornale.com, abbia chiuso. E a ruota, pare, starebbero chiudendo altri. E’ notevole il fatto che il sito in questione sia stato il più lesto a inaugurare fake contro il neopremier Paolo Gentiloni (avrebbe invitato gli italiani a fare sacrifici e non lamentarsi). Se ne può dedurre che il Conte Felpato, il materia, sia meno felpato del previsto? Chissà. Resta che l’ex ministro degli Esteri avrebbe un’altra accelerazione cui ispirarsi. L’Egitto d’un botto ha chiuso 163 profili social per “attività di istigazione alla violenza contro lo stato”, bufale o no. Può essere una buona strada. Forse un giorno ci diranno che anche il caso Regeni era un fake.

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