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Il sindacato dei tessili e un #ciaone alla Buona scuola

Maurizio Crippa

Che gli ha fatto Stefania Giannini a Gentiloni, boh

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Che gli ha fatto Stefania Giannini a Gentiloni (o a Renzi, o a Mattarella, o chi ha messo giù la lista), boh. Sta di fatto che Madame dell’Istruzione è l’unico ministro di peso a essere stato giubilato. Forse è solo una vendetta postuma contro Mario Monti. O forse è questa riforma della scuola, boh. Valeria Fedeli (Pd), che la sostituisce, ci è già simpatica perché è nata a Treviglio, come Giacinto Facchetti, e non dubitiamo che farà benissimo. Però non c’è bisogno di essere dei luminari della storia delle relazioni sindacali, o dei vecchi volponi che sanno tutta, per averla attraversata, la vicenda della Cgil, per sapere che la categoria dei tessili, quando c’erano le fabbriche, e anche dopo, non è mai stata la punta di lancia della lotta dei lavoratori. Diciamolo: per la Cgil era la serie B. Valeria Fedeli è stata segretaria generale di Filtea e dal 2001 al 2012, e poi presidente del sindacato tessile europeo. Vero è che si è occupata anche di pubblico impiego e di femminicidio e, quanto alla scuola, delle insegnanti della materna (a Milano, quel di’). Ma insomma, riforme della scuola proprio no. E forse è per questo che sperano che farà bene. Perché fatti due conti di quanto abbia pesato, nella tremenda accozzaglia del No, il popolo dei #vaffaprof, oltre a quello dei giovani, e con tutte quelle cause sindacali di precari e bocciati al concorso in ballo, una sindacalista all’Istruzione è quello che serviva. Resta che, a leggere la nomina in filigrana, c’è scritto pure: Buona scuola? #ciaone.

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