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Bufale che sono vere. Un dipinto (andaluso) le spiega

Maurizio Crippa

Siamo perplessi come artisti sotto la tenda di un circo, ed ecco a chiarire le cose, a renderle autoevidenti, arriva Cristóbal Tora

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Siamo qui ancora a chiederci se il Papa che prega in apnea di Sorrentino sia arte o profezia. Siamo qui a interrogarci, e la cosa andrà per le lunghe, se siamo sommersi dalle balle o semplicemente quelle che ci ostiniamo a chiamare balle siano la nuda e cruda verità. Siamo perplessi come artisti sotto la tenda di un circo, ed ecco a chiarire le cose, a renderle autoevidenti, arriva Cristóbal Toral. E’ un pittore andaluso, e detta così sembra una citazione di Cochi e Renato, ma è molto bravo. E’ famoso per i suoi quadri realisti. Anzi, iperrealisti, che è una faccenda postmoderna. Di solito dipinge, e fedelmente stravolge, quel che vede. Stavolta – il nuovo quadro lo ha mostrato ai giornalisti del País – ha messo su tela un incubo. L’incubo è questo. C’è il Papa (quello emerito, però) gracilino e sorridente su uno sfondo di deserto, preso per la collottola da due tagliagole dell’Isis, nell’iconografia che abbiamo imparato a conoscere. Il quadro ha il vantaggio che è fermo. L’Emerito sorride, chissà come andrà a finire. Ecco, è solo una bufala. Anzi, la bufala di un incubo, dunque al quadrato. Ma andate a guardarvelo, il quadro. Sembra più vero del vero. Anzi è accaduto, c’avete creduto.

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